David Sassoli, giornalista e politico di grande spessore.

E’ morto a soli 65 anni a causa di una brutta polmonite dovuta al batterio della legionella che gli ha distrutto il sistema immunitario. Il percorso professionale e umano di David Maria Sassoli è di quelli che attraggono per capacità, etica, rettitudine e grande senso di appartenenza a ciò che è stato chiamato a fare nella sua vita. Da volto familiare del TG1 a Presidente del Parlamento Europeo, Sassoli ha saputo dividere con successo e grande impegno la sua vita tra giornalismo e politica, due mondi apparentemente diversi ma simili nell’informazione e in quella comunicazione di cui oggi si fa appello come senso deontologico nel rispetto delle regole professionali. Ebbene, David Sassoli è stato tra quelli che meglio di ogni altro ha saputo interpretare coscienziosamente la sua professione, soprattutto nella carica di Presidente dell’Unione Europea dove è emerso in maniera eclatante il suo impegno nel ricucire sempre eventuali falle create da dualismi di parte. Lo abbiamo sentito più volte fare appello ad una Europa Unita più moderna, capace di dimostrare a se stessi e ai popoli tutti il grande impegno soprattutto nell’eterno, difficile problema dell’immigrazione e di quegli sbarchi su barconi di fortuna che sono l’emblema della disperazione umana. Ecco, Davide Sassoli nella sua posizione di presidente di una grande istituzione politica, ha tenuto particolarmente a cuore questo dramma umano, queste morti di vecchi, uomini, donne e bambini annegati in mare nel miraggio di una vita migliore. Insopportabile per lui era sentire dire che l’Europa, proprio a fronte di questo grande problema sociale, ha spesso girato lo sguardo altrove per non sapere affrontare la questione legata a un’immigrazione di massa di popoli, di cui nessuno in Europa se ne vuole fare carico ancora oggi. E lui si è sempre battuto su questo punto con forza e determinazione, sensibilizzando l’assemblea di Bruxelles a lavorare uniti e senza disperdersi in disgregazioni politiche, i cui disaccordi non avrebbero fatto altro che annullarsi tra loro, senza dare corso al processo di decreti atti ad agevolare l’accoglienza e l’integrazione.

Nato a Firenze il 30 maggio 1956, David Sassoli da giovane ha frequentato l’Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani, cominciando a scrivere per piccoli giornali prima di andare a “Il Giorno” e poi passare direttamente in Rai. E fu proprio lì che David Sassoli diede atto delle sue grandi capacità professionali e umane date dalla formazione e dalla sua carica di empatia capace di entrare discretamente nelle case di tutti gli italiani narrando le ultime notizie di cronaca, politica e attualità. Una carriera che si chiuse nel 2009 quando Sassoli decise di dedicarsi alla politica. Candidato come capolista del neonato Partito Democratico nella circoscrizione dell’Italia Centrale e, forte delle 400 mila preferenze ottenute, diventa capo della delegazione del Pd nel Parlamento Europeo. Il 3 luglio 2019 è stato eletto Presidente dell’Assemblea, dove nel suo discorso d’apertura si espresse chiaramente sull’importanza di agire per contrastare il cambiamento climatico, la necessità di una politica più vicina ai cittadini e ai loro bisogni, soprattutto ai giovani, e l’urgenza di rafforzare la democrazia parlamentare e promuovere i valori europei. Già, quei valori europei di cui parlavamo pocanzi, che da sempre hanno rappresentato il cavallo di battaglia di David Sassoli, l’uomo dagli ideali politici, sociali, economici per un’Europa più giusta, unita e forte nella compattezza del lavoro. Ecco, questi sono i dati di fatto che ci raccontano il politico, ma soprattutto l’uomo capace di metterci la faccia sempre in prima persona. Una prerogativa che non tutti possono dire di possedere, soprattutto nel momento in cui è necessario assumersi delle responsabilità. Ci mancherà Davide Sassoli, questo politico dalla faccia pulita che ha saputo tenere alto il nome dell’Italia in Europa e nel mondo. E non è un caso che domani 13 gennaio, gli sarà dato l’ultimo saluto nella camera ardente del Campidoglio, proprio in quella capitale d’Italia orgogliosa di lui per avere mosso i primi passi di una grande ed esemplare carriera.

Salvino Cavallaro

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